giovedì 13 maggio 2010
Armi invisibili e mortali usate da Israele a Gaza contro i palestinesi
giovedì 6 maggio 2010
Critiche a Facebook, mancanza di Privacy
Facebook sta fronteggiando crescenti critiche sulle politiche di privacy dopo che un imbarazzante errore tecnico ha mostrato conversazioni private ad altri utenti. Il Social network, che ha più di 400 milioni di utenti a livello mondiale, è stato costretto a sospendere la chat per un paio di ore, tempo in cui gli ingegneri hanno sistemato il bug nel software. Chat private tra alcuni utenti erano state per poco visualizzabili sulla finestra privacy che permetteva agli utenti di vedere come il loro profilo sarebbe apparso ad altri utenti. Manipolando l’opzione ’”anteprima del mio profilo”, la gente poteva vedere le conversazioni private dei loro amici e di quelli in attesa di risposta alla richiesta d’amicizia. Il glitch è stato prima riportato sul blog TechCrunch. Un portavoce di Facebook ha dichiarato: “Stiamo lavorando velocemente per risolvere il problema”, assicurando che “nel momento in cui ci è stato segnalato il bug, abbiamo subito trovato e messo in atto una soluzione”. L’errore è emerso perché Facebook è sempre più popolato da strenui difensori della privacy.
Marc Rotenberg, direttore esecutivo della Electronic Privacy Information Centre degli Stati Uniti, ha detto che il danno alla privacy ha sottolineato la necessità di un controllo maggiore delle compagnie. “Secondo noi la FTC (Federal Trade Commision) deve agire secondo i bisogni degli utenti e soprattutto nei confronti di Facebook sulle loro pratiche di privacy sciatte”. Facebook il mese scorso ha cambiato il modo in cui gli utenti inseriscono le loro informazioni sul profilo. Questo prevede ora che la città natale, l’educazione, gli hobbies vengano legati alle pagine pubbliche. […]
La Electronic Frontier Foundation, un gruppo online per le libertà civili, ha criticato le modifiche, per il fatto che riducono il controllo delle informazioni personali di un individuo e non riescono ad offrire una preferenza “opt-out”.
The Times, traduzione: Giulia Pradella
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http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article7117720.ece
mercoledì 5 maggio 2010
L'alleato di Berlusconi si dimette
Ieri un nuovo scandalo per corruzione getta un’ombra sul governo Berlusconi quando un ministro della camera è stato costretto a dimettersi dopo un’indagine sull’acquisto di un appartamento di lusso a Roma.
I procuratori sostengono che il ministro per l’espansione economica Claudio Scajola, uno dei più fedeli alleati del primo ministro, ha pagato una cifra ben inferiore al tasso di mercato per la proprietà di un appartamento con nove camere con vista sul Colosseo. Per fare la differenza, dicono che un supplemento di 900.000 euro, è stata una mossa goffa da parte di un uomo d’affari di Roma che è già stato condannato nell’ambito di un’inchiesta più ampia nel campo degli appalti pubblici. L’onorevole Scajola, 62 anni, ha dichiarato di essere allo scuro del fatto che la metà del prezzo dell’appartamento è stato raggiunto da una serie di 80 controlli inviato dal commerciante, Diego Anemone, alle suore da cui l’onorevole Scajola ha acquistato la proprietà nel 2004. “Come ministro, non ho potuto vivere in una casa pagata in parte da altri”, ha dichiarato ieri ad una conferenza stampa. “Ho sofferto molto negli ultimi dieci giorni, essendo al centro di una campagna mediatica senza precedenti, coinvolto in un’inchiesta giudiziaria in cui non risultavo sotto inchiesta”. Ha detto che avrebbe dovuto smetterla di difendersi. “E per difendermi, non posso continuare ad essere ministro come lo sono stato negli ultimi due anni, dando tutto me stesso”.
Il leader dell’opposizione Pier Luigi Bersani del Partito Democratico ha detto, comunque, che l’onorevole Scajola aveva fatto “la scelta giusta” nel dimettersi, perchè la sua spiegazione “non è mai stata convincente”. Federico Centrone, il procuratore di Perugia, ha confermato ieri che l’onorevole Scajola non era sotto inchiesta. Il nome del ministro inizialmente emerso in un’indagine dei ministri partita nel centro della città di Perugia sulle irregolarità del contratto per i lavori pubblici per la costruzione di un sito per il summit del G8 dell’anno scorso, in Sardegna.
Nel febbraio di quest’anno quest’indagine ha portato all’arresto di Anemone e altre tre persone, incluso l’ex capo dell’ufficio di stato per i lavori pubblici, Angelo Balducci. Un rapporto sull’indagine stilato per un tribunale di Perugia suggerisce che Anemone predisposto per 900.000 euro in contanti da convertire in 80 controlli, che sono stati consegnati a Beatrice e Barbara Papa per coprire la differenza tra il prezzo richiesto ed i 600.000 euro pagati dall’onorevole Scajola.
Gli avvocati di Anemone hanno categoricamente negate alcun coinvolgimento da parte sua, dicendo che le notizie della stampa erano “totalmente montate” e senza “uno straccio di prova”. I guru della politica di ieri hanno visto le dimissioni dell’onorevole Scajola come un altro colpo alla stabilità della coalizione del governo Berlusconi, che è stata resa instabile da lotte intestine nei mesi scorsi. Non c’è stata un’immediata reazione da parte di Berluscone per le dimissioni di Scajola, che solo la scorsa settimana aveva sollecitato il ministro perché mantenesse il suo posto. Scajola è stata una guida importante per il ritorno dell’uso del nucleare in Italia.
Tuttavia da ieri mattina sembrava che di lui si scrivesse sui muri, quando il giornale della famiglia Berlusconi, il Giornale, si è unito al coro dei media e dell’opposizione invitandolo a chiarire la controversia o a dare le dimissioni. Scajola non è nuovo alle notizie poco lusinghiere. Fu costretto a dimettersi da ministro degli interni nel precedente governo Berlusconi nel 2002, quando ha descritto come “ un fastidio al culo” un consulente di governo ucciso da un gruppo militante marxista delle BR. L’uomo assassinato, Marco Biagi, è stato ucciso dopo che Scajola gli aveva rifiutato una scorta speciale.
The independent, traduzione: Giulia Pradella
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I luterani italiani benedicono i matrimoni gay
martedì 4 maggio 2010
48 ore di sciopero nazionale
Oggi i lavoratori del servizio pubblico greco hanno cominciato uno sciopero di 48 ore, una prima prova dell’abilità del governo di mettere in atto nuove misure di austerità in accordo con l’Unione Europea ed il Fondo monetario internazionale in cambio di miliardi di euro di aiuti. Ministeri, uffici delle imposte, scuole, ospedali e tutti i servizi pubblici sono stati interrotti per un raduno di mezzogiorno fuori dal parlamento, organizzato da Adedy, il principale sindacato del paese che si occupa del settore pubblico.
“Vogliamo mettere fine alla caduta libera dei nostri standard di vita” ha dichiarato Spyros Papaspyros, capo della Adedy, che rappresenta circa mezzo milione di lavoratori. “Penso che sarà singolare, la più grande protesta che si sia mai vista negli ultimi dieci anni”.
Lavoratori del settore privato sono tenuti ad aderire allo sciopero di domani, il terzo sciopero congiunto dall'inizio dell’anno, quando si è cominciato a preoccuparsi dell’enorme debito della Grecia e dei livelli di desavanzo che hanno reso il paese un bersaglio dei mercati finanziari. Oggi sono stati cancellati diversi voli.
Le proteste dei lavoratori sono cominciate poche ore dopo che la Banca centrale europea era stata obbligata ad eseguire un’imbarazzante inversione di marcia sulle regole di prestito per evitare il collasso totale del sistema bancario greco. […] Gli ultimi dati della Banca dei regolamenti internazionali dimostra che le banche europee hanno maturato dei crediti pari a 188,6 miliardi di dollari nei confronti del debito greco: 75 miliardi di dollari solo le banche francesi, 45 miliardi le banche tedesche e 11,9 miliardi quelle olandesi. […]
Trevor Williams, economista capo presso il gruppo bancario Lloyds e membro del comitato che si occupa di politica monetaria Shadow, ha dichiarato: “La BCE doveva fare ciò per evitare i fallimenti di massa in Grecia. Le banche greche hanno ricevuto prestiti da parte della BCE. […] Ma per ora i problemi continuano ad esserci in Grecia e continuano a gettare nello sconforto i mercati finanziari. L'euro è crollato al livello più basso degli ultimi 12 mesi, mentre gli investitori scommettono che la crisi greca non esclude il contagio, già diffusosi in Spagna e Portogallo.
Le compagnie aeree Olympic e Aegean hanno detto che per oggi sono state cancellate una decina di voli nazionali e due voli per Londra e domani saranno cancellati tutti i voli internazionali, a causa di un sciopero indetto dai lavoratori dell'aviazione.
Nel frattempo, i paesi membri dell'UE si precipitano a garantire l'approvazione del Parlamento per fare la loro parte nel prestito. La Grecia deve ricevere il denaro in tempo per rimborsare € 9 miliardi di bond entro il 19 maggio.
I due maggiori contribuenti sono la Germania con 224 miliardi di euro, e la Francia che sta mettendo a disposizione 168 miliardi. Christine Lagarde, Ministro delle finanze francese, ha dichiarato che i sistemi di preavviso prima erano necessari per evitare il ripetersi del disastro greco. Ha anche chiesto dei nuovi criteri per monitorare i 16 membri dell’eurozona, una mossa sostenuta da Jan Kees de Jager, il suo omologo olandese.
The Times, traduzione: Giulia Pradella
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http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article7115445.ece