sabato 16 ottobre 2010

L'Italia delle cacce al mostro



Come qualcuno avrà notato, nella quotidiana selezione di articoli che facciamo sul nostro canale di Facebook non abbiamo pubblicato nemmeno un pezzo che si riferisse al fatto di cronaca che in questo periodo sta facendo vendere migliaia di copie extra ai quotidiani italiani. Avrete capito, immagino, che sto parlando del caso di Sarah Scazzi.
Penso che il fenomeno a cui assistiamo ogni qualvolta accadono di questi terribili episodi possa essere definito come: "Perbenismo viscerale insito nell'Italiano medio da Tg delle 20.00"; un po' come succede ogni domenica quando l'Italiano si trasforma in allenatore incitato dalla stampa sportiva e (soprattutto) dai cosiddetti "approfondimenti serali" che altro non sono che bar dello sport vestiti a festa nei quali lo spettatore può tifare l'uno o l'altro "esperto". Ecco, penso che la massa che si traveste da investigatore/giudice a tavola davanti alla Tv possa essere considerata la parte più deprimente di questo gioco delle mascherine.
Caso fenomenale è stato il caso di Cogne dove ancora oggi, a distanza di anni, tutti questi giuristi dell'ora di cena si armano di frasi di un favoloso qualunquismo per condannare la madre. Non allungo il tutto spiegando di che frasi parlo essendo sicuro che chi sta leggendo questo articolo si sia trovato più volte imbarazzato a tavola sentendole dire da parenti o amici.
Ciò che la gente non capisce è che questo tipo di informazione è ingigantita appositamente dai giornali per vedere più copie e da "altri" per nascondere notizie ben più gravi e importanti. Volete un esempio pratico?
Ecco le 10 notizie più lette di "Corriere.it" alle ore 15.56:




Cosa notate di strano? Già, il 16 ottobre, giornata della grande manifestazione nazionale di operai e studenti a Roma (seguita addirittura con una diretta video dal Corriere) non è nemmeno in classifica.
Colpa dei giornali quindi? "Ni", nel senso che dal canto loro devono vendere il più possibile, anche se è vero che cavalcano in modo indegno e per un tempo davvero troppo lungo tutti questi episodi, cosa che di solito spetta ai giornali che non godono propriamente di un prestigio enorme; ma è altrettanto vero che è la mentalità media italiana che, come sempre, andrebbe evoluta.
Altra cosa abbastanza triste è che l'avvento di Internet e della comunicazione multimediale pare non essere bastato per eliminare questo modo di affrontare la cronaca. Anzi. Se avete lo stomaco di farvi un giro su Youtube o altri portali dove si parla della notizia, vedrete che il perbenismo-qualunquista dei commenti non sarà minore rispetto a quello subito da sempre a tavola durante il telegiornale, ma anzi sarà amplificato da un consenso comune molto maggiore.
Per concludere, quindi, se in futuro vi chiederete perché alcune notizie non le passiamo vi sarete già risposti da soli, se ne notate la mancanza vuol dire che già la conoscete, e che il bombardamento mediatico ha già fatto effetto! Buona informazione a tutti!

Fabrizio Ruffini