martedì 30 novembre 2010

307 sì 252 no, la Camera approva l'ignoranza


Un giorno qualcuno studiando la storia del nostro paese per capirne la fine riscoprirà il 30 novembre 2010 e la riforma dell'università approvata dalla Camera e allora collegherà quell'evento alla progressiva diminuzione di iscritti all'università pubblica e il maggior tasso d'ignoranza registrata nei decenni a venire.

Ma, come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere. Per un momento oggi ho pensato a quanta gente fosse scesa in piazza in tutta Italia, giovani e giovanissimi di tutti gli atenei nazionali che per una volta dopo tanto tempo scendevano a manifestare per I PROPRI DIRITTI. Un riavvicinamento attivo alla politica, un bisogno interiore di gridare, esprimersi e protestare per provare a cambiare qualcosa. Sembra banale, ma era una vita che la gente non scendeva convinta in strada per dire la sua!
Qualcuno potrebbe dire che ogni riforma si porta dietro uno strascico di proteste cortei ecc.. ma a ben pensarci al massimo ci si trovava tutti a Roma per avere un numero decente di persone per poter sfondare l'indifferenza mediatica di Tv e giornali. Questa volta, partendo da ottobre ma soprattutto per quanto riguarda la giornata odierna, tutta Italia si è fatta vedere, in ogni città è successo qualcosa che la stampa ha dovuto gioco forza riportare, dovunque è stato espresso il dissenso verso questo governo e questa riforma. Perciò, ripeto, non facciamo una tragedia per questa sconfitta, abbiamo dimostrato moltissimo oggi, non servirà più guardare a Francia e Inghilterra per vedere degli studenti in piazza che si muovono, che occupano e che si danno una mossa perché preoccupati per il proprio futuro; perché oggi anche TUTTA L'ITALIA SI E' MOSSA!

Fabrizio Ruffini




lunedì 8 novembre 2010

Sbatti il mostro in prima pagina


L'articolo che vi proponiamo si riferisce a fatti accaduti più di un anno fa, ma i concetti e le analisi fatte dall'autore, il sociologo Vincenzo Romania, sono più che validi anche oggi per capire come la stampa troppe volte assecondi gli umori popolari e ne alimenti l'intolleranza verso determinate categorie "pre schedate".

Proviamo a ricostruire con meno interpretazioni possibili - per quanto le poche info a disposizione consentano - cos’è successo alla Caffarella, a Roma.

1. il giorno di San Valentino, una ragazza di 16 anni subisce stupro, in presenza del ragazzo anche lui aggredito.

2. il 18 febbraio vengono arrestati due romeni Loyos e Racz, che materialmente e mediaticamente si sottopone a tentato linciaggio.

3. Come avviene l’indagine. Secondo quanto riferisce il questore: lo stupro è avvenuto nel parco, quindi prendiamo tutte le foto di criminali che frequentano i parchi e mostriamole per riconoscimento alle vittime. La ragazza riferisce di essere stata stuprata da due stranieri che parlavano entrambi italiano. Disegna un identikit di due uomini: “dai capelli lunghi e con il naso schiacciato”. Poi la ragazza riconosce Loyos sulle foto che le mostrano, ma Loyos, in effetti, non ha mai avuto nè i capelli lunghi e nè il naso schiacciato (per un caso, la polizia stessa lo aveva ripreso in un video nel suo campo pochi giorni prima dello stupro, con i capelli corti).Sulla Stampa il questore romano Caruso spiega ai giornalisti che ai ragazzi vengono mostrate 700 foto. Oggi sul Corriere si apprende che gli avevano mostrato 12 foto e tutte di romeni.

4. Una volta arrestato Loyos si autoaccusa e indica come suo complice Racz il quale però - è dimostrato - non parla una parola di italiano. Entrambi - per quanto possa valere - possono produrre anche testimoni oculari che dimostrino che quel giorno non erano là.5. Gli identikit non corrispondono, la ragazza si dice non più sicura della identificazione - tanto che in prima battuta, al posto di Racz aveva indicato la foto di una terza persona - ed oggi si apprende che il DNA non corrisponde.5. Oggi Loyos dichiara che era stato costretto dai poliziotti ad ammettere la sua colpevolezza, ma - come risulta dal DNA - in effetti non era la verità.6. Si ipotizza che per questa auto-accusa nessun poliziotto venga processato ma Loyos venga accusato, paradossalmente, di auto-calunnia.

Come saranno andate le cose?

Visti i toni trionfalistici e gli animi surriscaldati nell’opinione pubblica di quel periodo è possibile che:

a) La questura abbia percepito una pressione ambientale a dare subito un colpevole ai mass media: sbatti il mostro in prima pagina, aumenta l’insicurezza percepita, instilla una domanda pubblica di maggiore controllo, giustifica politiche di controllo e di repressione anche in periodo di crisi economica

b) La polizia abbia allora agito nel modo più elementare: ha mostrato delle foto segnaletiche ai ragazzi - tutte e 12 di piccoli delinquetelli rom autori di furti nei parchi-

c) La figura del rom era quella più notiziabile come capro espiatorio nell’opinione pubblica e quindi andava benissimo e non poteva essere sostituita o messa in dubbio: per fare bella figura e supportare la costruzione sociale del mostro bisogna bisogna trovare un ‘accusato che abbia tratti lombrosiani e sbatterlo in prima pagina il prima possiibile (i mass media hanno i loro tempi) . Perciò chi ha indagato ha - evidentemente - chiuso un occhio sulle evidenti incongruenze del caso (nessuno dei due aveva i capelli lunghi e il naso schiacciato) e consegnato Loyos e Racz ai flash dei reporter.

d) Gli imputati - se sono vere le parole che riferiscono - sarebbero stati “invitati” a confessare, anche contra-veritas. Nulla toglie che siano dei pregiudicati, sicuramente non saranno dei santi, ma molto probabilmente non erano neanche i colpevoli giusti.

e) Data la notizia, fatto il colpevole: per tutta la stampa italiana se l’indagato è un rumeno è sicuramente colpevole.

f) I due vengono sottoposti a regime di carcerazione preventiva. Molti italiani - alcuni di recente - accusati di stupro, riescono altresì, grazie agli avvocati prezzolati che li rappresentano, a farsi assegnare i domiciliari (vedi a Roma il ragazzo che per caso era stato ripreso la notte di Capodanno dalle telecamere di Lucignolo in una discoteca prima di stuprare un’altra giovane ragazza).

g) Adesso il Pm sentirà le stesse pressioni ambientali di allora e - malgrado il test del DNA e le incongruenze - vuoi vedere che non scarcerca i due?

h) Se invece li scarcereranno, ecco che, probabilmente, un gruppetto di simpatici cittadini farà una spedizione punitiva notturna al campo Rom, che passerà del tutto inosservata, poiché ultimamente va di moda farsi giustizia da sé.

Qualche conclusione statistica. Non c’è dubbio che esista una fetta di romeni, troppo consistente, che è autrice di stupri. Il 61% degli stupri per violenza riguardano italiani, il 7,8 rumeni, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno. I rumeni, che rappresentano il 2% circa della popolazione attualmente residente in Italia, hanno quindi una incidenza di criminalità rispetto alle violenze sessuali 4 volte superiori agli italiani. E sono un problema per l’ordine pubblico, su questo non ci piove. Ma non sono gli unici autori o i maggiori autori di questo crimine abominevole.E poi resta un altro aspetto da sottolineare. Il 75% delle violenze sessuali avviene in casa, ad opera di persone conosciute e nell’89% dei casi - ahimè - non viene neanche denunciata (dati Istat 2007). Le denunce riguardano quegli stupri compiuti nel 24,3% da sconosciuti. Le indagini su questi crimini devono essere rafforzate in termini di organico di polizia e di magistratura e di attrezzature a loro disposizione. Ma c’è anche bisogno di una profonda discussione culturale sul perché donne come Rihanna di recente, abbassano lo sguardo e tornano dal carnefice.

(Articolo riportato con consenso verbale dell'autore dal sito: www.dominiopubblico.it)

Vincenzo Romania

lunedì 1 novembre 2010

Piove sempre sul bagnato



Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Non parlo del clima di questi giorni, ma dell'ennesimo scandalo che vede coinvolto il nostro Premier. Scandalo? Perché chiamarlo così se tutti sappiamo che fra una settimana sarà solo (passatemi la continua metafora) acqua passata?
Se apriamo la prima pagina di un qualsiasi quotidiano nazionale, almeno una notizia su due è di grado sufficiente a creare uno scandalo politico e a mettere in crisi qualsiasi governo mondiale, eppure tutto tace. Tutti ne parlano al bar finché ne parlano anche i Tg e poi basta, silenzio, come non fosse mai accaduto. Qualcuno si ricorda della D'addario? O di un qualsiasi altro scandalo che ha visto come protagonista B.? No. Gli indici di gradimento scendono a picco durante lo scandalo per poi risalire pian piano fino all'ora del voto.
Ad ogni modo, questo è il fare degli italiani da una vita ormai, e non c'è poi da restarne allibiti più di tanto, ma una cosa è davvero vergognosa: vedere l'opposizione cavalcare sempre questi scandali da rivista da parrucchieri e non battere su fatti ben più gravi come, ad esempio, che il mandrillo sia INDAGATO a Firenze per i coinvolgimenti nelle stragi del '92! Questa è la vera schifezza, un governo che rischia di cadere per un pugno di puttane e non per dei fatti di una gravità inaudita, che metterebbero finalmente in chiaro che Forza Italia e il regno politico di B. sono effettivamente nati da collusioni con la mafia.
Smettiamola dunque di aggrapparci a episodi che, per quando disgustosi e degni di approfondimento giudiziale, rimangono marginali rispetto alla mole di accuse che si potrebbero muovere verso quell'uomo, e concentriamoci sul far sapere alla gente ciò che non sa, ossia farla ragionare sul mondo che la circonda e non tirarla in campo solo quando c'è da denunciare gli usi e costumi del regnante nel suo fantastico palazzo. La gente va informata, alla gente va fatto capire perché deve informarsi, penso che se il governò cadrà e si riuscirà ad averne uno che per lo meno parli di politica dovrà fare molto in questo senso, soprattutto quando ci si troverà a dover ricostruire tutto ciò che è stato depredato e distrutto dal vent'ennio berlusconi.

Fabrizio Ruffini