venerdì 8 giugno 2012

Perché l'antipolitica fa bene ai partiti




Scrive oggi Michele Serra su Repubblica che le azioni dei principali partiti politici italiani, soprattutto dall'esplosione del fenomeno Grillo, sembrano cercare scientificamente di fornire ogni volta un nuovo pretesto agli indecisi per non andare a votare o per votare chi rappresenta di più il "vaffanculo a tutti". Nel mio essere perfettamente d'accordo con Serra, soprattutto per quando riguarda la sua posizione sull'idea di partiti come entità positive almeno nella loro forma ideale, non posso non sottolineare il fatto di non condividere troppo lo stupore verso i partiti che fanno di tutto per scoraggiare la gente spingendola a non votare. Per come la vedo io questo modo di agire è perfettamente in linea con la situazione di oligarchia democratica che sta vivendo oggi l'Italia. I personaggi che popolano senato e parlamento sono sempre stati in quell'ambiente, sotto una bandiera o sotto l'altra, e non hanno nessuna intenzione di andarsene; così, come in una combine calcistica in cui si cerca a tutti i costi il pareggio che non faccia troppo male ne a uno ne all'altro, i partiti si fanno una feroce guerra di parole, salvo poi votare compatti su questioni più "personali" come vecchi amici senza rancori. 
Come dicevo, questo tipo di atteggiamento non è strano neppure in un periodo di enorme sfiducia nei confronti della politica, anzi, mantenendo uno zoccoletto duro di voti a testa ci si assicura di restare al proprio posto per sempre, lasciando che il malcontento e la disaffezzione politica si sfoghino in Grillo e in altri partiti minori che difficilmente potranno cambiare davvero le cose sul lungo periodo. Basta ricordare che nei referendum (che spesso e volentieri potrebbero realmente cambiare le cose) esiste una rigida asticella per il quorum, mentre anche se tre quarti d'Italia non andasse a votare per le elezioni politiche, a decidere sarebbero sempre i pochi elettori rimasti. Niente sorprese quindi, solo comunicazione inversa.

Fabrizio Ruffini


L'articolo di Michele Serra:



Nessun commento:

Posta un commento

Si prega di rispettare le consuete norme di civile convivenza. Grazie!