sabato 14 maggio 2011

Da sudditi a cittadini in una primavera


Non sarà la rossa primavera ma tant'è; il risultato delle elezioni amministrative di pochi giorni fa è il chiaro segnale che nemmeno la maggioranza di irriducibili del sogno berlusconiano ha più fiducia nell'uomo che da quasi vent'anni sta paralizzando il paese con la sua politica personale basata su false speranze e false promesse.
Subito dopo la pubblicazione dei primi dati, la reazione generale all'interno del mondo della stampa e degli stessi partiti politici è stata di grande sorpresa, e qua proprio non ci siamo. Quando ho sentito gli il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, meravigliarsi del risultato definendolo "del tutto inaspettato" mi sono stupito non poco. Inaspettato da chi? Forse da chi non ha preso bene il polso della situazione, non me ne voglia assolutamente Mauro, ammesso e non concesso che legga mai queste righe, ma chi ha seguito anche marginalmente l'evolversi di questa campagna elettorale e l'andamento di guesto governo da almeno 1 anno a questa parte non può essere sorpreso di come sono andate queste consultazioni!
Da qualche mese, tra l'altro, l'Italia stufa di essere lo zimbello d'Europa e di vivere oppressa da una dittatura della maggioranza che per decenni ha fatto tutto ciò che ha voluto contando sul fatto che l'ignavo italiano medio non dicesse nulla, comincia a farsi sentire sul serio, basti pensare ai movimenti nati recentemente per supportare i prossimi referendum di giugno sulle questioni del ritorno al nucleare, della privatizzazione dell'acqua e del legittimo impedimento. Ecco si, i referendum: l'altro giorno ho partecipato ad un banchetto informativo sul tema nella mia città, Belluno, un piccolo capoluogo di provincia del Veneto, la cosa è stata molto più significativa del previsto perché la gente fermata si dichiarava, spesso fieramente, già informata sull'argomento o, al limite, interessata a una delle tre consultazioni non del tutto chiara. A qualcuno forse questo episodio non dirà molto, ma chi ha provato a volantinare per un qualsiasi evento conoscerà bene le gelide risposte che arrivano normalmente dai cittadini "disturbati" per strada.
Quello che stiamo vivendo è davvero un momento molto bello e importante per la democrazia di questo paese, la gente si sente coivolta e si rende conto, per una volta, di quanto importante sia il proprio voto.
Sommiamo la pesante sconfitta elettorale del centrodestra, il disgusto sempre maggiore per la classe politica che si arrota ormai da anni intorno a Berlusconi a questo gran interesse per i referendum di giugno e otterremo, finalmente, dei sudditi che hanno fatto un bel passo in avanti per diventare cittadini.




Fabrizio Ruffini

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