lunedì 30 maggio 2011

I tedeschi si denuclearizzano




Speriamo che quanto accaduto nella notte in Germania sia di buon auspicio per i referendum che andremo a votare il 12 e 13 giugno, a discapito di quanto sostenuto dai (pochissimi) pro-nuclearisti, abbiamo avuto un esempio di grande democrazia e civiltà dal paese considerato da tutti la "locomotiva d'Europa" che affonderebbe la sua superpotenza industriale nella gran capacità di produzione energetica derivante dalle centrali nucleari. Come vedremo nell'articolo tradotto dalla nostra collaboratrice, delle 17 centrali nucleari da smantellare solo un quarto starebbero effettivamente producendo energia per la rete nazionale.
Altra lezione importante, della quale dovremmo fare tesoro, è che il governo tedesco ha percepito il volere dei cittadini tramutandolo in decisioni ufficiali, anche se queste non rispecchiano a pieno la linea generale del governo in carica. Rinnoviamo quindi l'invito a quanti ci seguono di andare a votare 4 sì il 12 e 13 giugno e di portare a fare lo stesso il maggior numero di persone! Buona lettura.

Fabrizio Ruffini


La Germania si libererà del nuclere entro il 2022

Dalle prime ore di questo lunedì 30 maggio 2011 è ufficiale la decisione della Germania smantellerà i suoi ultimi reattori in poco più di dieci anni, entro il 2022. Diventa così la prima potenza industriale a rinunciare all'energia atomica. La catastrofe nucleare giapponese di Fukushima di marzo, senza dubbio ha accelerato la scelta.

La cancelliera Angela Merkel aveva preso già allora preso l'iniziativa per una riflessione sull'avvenire del nucleare per uso civile e deciso il blocco dei reattori più vecchi. La decisione è stata annunciata nella notte, dopo lunghe ore di negoziati. In tutto saranno spenti diciassette reattori. I sette reattori più vecchi erano già stati disconnessi dalla rete in attesa della decisione finale dei responsabili tedeschi. Una decisione “irreversibile”, ha tenuto a precisare questa notte il ministro tedesco per l'ambiente, Norbert Röttgen .

La decisione, come è immaginabile, non è stata così difficile. Angela Merkel si è presa la briga di riunire nella notte tutto il gruppo dell'opposizione per assicurarsi il loro sostegno. La Germania dovrà quindi trovare il modo di produrre il 22% dell'elettricità fornitale fin'ora dalle sue centrali nucleari. Tuttavia, il 22% resta una cifra approssimativa. La realtà è un po' diversa. Secondo il giornale economico “Les Echos”, in data 30 maggio 2011, solo quattro reattori nucleari sono attualmente in funzione e connessi alla rete. Il resto degli impianti è in manutenzione. Una situazione che è resa possibile, al momento, dall'aumento del peso economico dell'elio, del solare e dalle importazioni. Ma anche perchè siamo in estate. Il prossimo inverno, la Germanica rischia di avere dei problemi a far fronte alla domanda. La potenza della Federazione dell'industria ha già messso in guardia il governo tedesco. Le industrie temono le interruzioni dell'alimentazione di rete nel settore chiave dell'industria tedesca, come quello siderurgico o del cemento. Con lo stesso rischio di vedere un picco dei prezzi dell'elettricità.

Una scelta politica

Una commissione etica era stata costituita dalla Merkel all'indomani della catastrofe di Fukuschima. Aspramente contestata dagli industriali, questa commissione ha presentato la scorsa domenica le sue raccomandazioni al governo tedesco che ha poi preso la sua decisione. Tra le sue conclusioni, il rapporto ritiene sufficiente un periodo di dieci anni per uscire dal nucleare. Nel concreto, l'ultima centrale tedesca dovrà esser chiusa nel 2022. I sette reattori più vecchi, giudicati problematici, che sono stati chiusi all'indomani di Fukushima, non riapriranno mai più. Punto più contestato dai produttori di elettricità, la tassa sul combustibile nucleare. Questa imposta, che deve riportare 1,3 miliardi di euro in un anno, si manterrà, e questo, mentre i produttori dovranno investire nello sviluppo delle energie rinnovabili. È dunque la fine di questi anni di benedici record per i giganti tedeschi dell'elettricità, e soprattutto l'inizio di feroci battaglie giudiziarie. La decisione preda dalla Merkel è soprattutto politica. Lei spera così di indirizzare l'inesorabile avanzata degli ecologisti, che hanno il vento in poppa da mesi, e che una settimana fa hanno superato alle elezioni di Brama la CDU. Angela Merkel spera di porre fini all'acceso dibattito sul nucleare, che domina la scena politica da mesi. Spera così di riguadagnare credibilità, cosa ben più difficile.

Il doppio volto di Angela Merkel

Ricordiamo che l'uscita dal nucleare era stata una decisione del governo Schröder prevista per il 2020, e che è Angela Merkel, con l'appoggio dei liberali, ad aver deciso di ritornare du questa decisione lo scorso autunno, sotto le pressioni delle lobby dei produttori d'elettricità. Un doppio volto che esplica ampiamente la sua impopolarità. Rimane così ua domanda: come conta la Germania di rimpiazzare il nucleare, che rappresenta da solo il 22% del consumo totale di elettricità, senza rilanciare il carbone, contestato allo stesso modo dagli ecologisti...

RFI, 30 maggio 2011 (link all'originale)

Traduzione di Giulia Pradella


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