venerdì 3 giugno 2011

Alain Juppé cerca una svolta per i negoziati di pace in Medio Oriente

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Il ministro per gli affari esteri francese in viaggio in Medio Oriente ha incontrato, ieri pomeriggio a Gerusalemme, il capo del governo israeliano. Dopo essersi intrattenuto mercoledì a Roma col presidente palestinese, Mahmoud Abbas, ieri mattina ha incontrato il primo ministro Salam Fayyad a Ramallah. Alain Juppé sta cercando di organizzare una conferenza di pace a Parigi nelle prossime settimane. La Francia vuole evitare che in settembre ci sia un confronto sul riconoscimento di uno Stato palestinese all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Per il capo della diplomazia francese bisogna evitare di andare all'Assemblea generale dell'ONU il prossimo settembre nella situazione attuale. I palestinesi potrebbero allora domandare il riconoscimento internazionale del loro Stato. Ed anche se si dicono pronti a “prendersi le proprio responsabilità”, la Francia sembra temere questo periodo di incertezza vista l'instabilità che potrebbe derivarne. Per questa ragione ed anche perché in Medio Oriente sta cambiando tutto in questo momento, Alain Juppé ha presentato un'iniziativa francese ai suoi interlocutori israeliani e palestinesi. Si tratterebbe di riprendere il dialogo su alcuni punti chiave: ridiscutere anzitutto le frontiere, le famose frontiere antecedenti al 1967 ma con lo scambio di territori per tener conto delle evoluzioni del terreno; ridiscutere allo stesso tempo le questioni di sicurezza che riguardano Israele e il futuro Stato palestinese. E nello stesso tempo solo accennare ad altre questioni spinose, come quella di Gerusalemme e dei rifugiati palestinesi.

Il tutto in un periodo massimo di un anno, secondo la proposta francese che Israeliani e Palestinesi stanno già prendendo in considerazione. Se le risposte non saranno negative, la Francia si propone di accogliere gli attori del conflitto a Parigi nei mesi di giugno o luglio. Secondo Alain Juppé, i cambiamenti che questa proposta francese spera di portare sono “piccoli” ma “reali”.

Traduzione di Giulia Pradella.

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