Di fronte a questa operazione di sanguinosa repressione, l'amnistia dei prigionieri politici, concessa martedì 31 maggio da Bachar el-Assad, perde tutta la sua credibilità. Secondo l'osservatorio siriano per i diritti dell'uomo più di mille persone sono state rilasciate dopo mercoledì. Gli interessati di questa misura sono soprattutto manifestanti arrestati ai primi disordini popolari. Altri sono detenuti di vecchia data, come una delle figure dell'opposizione, Muhanad Al Assani. Nei fatti, non è un'amnistia generale. Non tutti i prigionieri politici potranno beneficiarne. Più di venti grandi figure dell'opposizione sono ancora prigionieri, tra i quali Kamalutt Labouani, il fondatore dell'Unione liberale democratica in Siria. Alcune liberazioni sono più delle riduzioni di pena che una vera e propria amnistia ricorda Nadim Houry della Human Right Watch. Per quanto riguarda le sorti dei Fratelli mussulmani, la situazione è ambigua in quanto secondo il codice penale siriano i membri di questa confraternita rischiano la pena capitale. Rimane da scoprire cosa accadrà loro al momento della liberazione. Il regime siriano oscilla tra l'amnistia e la repressione mentre continuano gli arresti. E nulla ci garantisce che le persone liberate non potranno essere nuovamente imprigionate. Gli oppositori che si sono riuniti a Antalya per tre giorni hanno reclamato le dimissioni immediate del presidente siriano e delle nuove elezioni.
Traduzione Giulia Pradella
Per andare più a fondo, il sito: Syrian Human rights Information Link
Articolo orginale al Link: http://www.rfi.fr/moyen-orient/20110603-escalade-violence-syrie
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