lunedì 19 settembre 2011

L'Ue chiama. Nani, orchi e ballerine rispondono




Facciamo un breve resoconto: più o meno dai primi 4/5 mesi di quest'anno la crisi esiste. Ora ne siamo sicuri perché lo ha detto perfino Berlusconi, prima diceva di no ma adesso lo conferma anche lui. Sarà vero.
Si dice che il primo passo verso la guarigione sia ammettere la propria malattia anche se, francamente, sembra di parlare di un soggetto in fin di vita che afferma che, in effetti, qualcosa che non va proprio come dovrebbe c'è.
Andando avanti troviamo una condizione europea sull'orlo di una crisi di nervi che trascina il ventre molle dell'unione e per farlo perde punti e credibilità. La Bce ci compra i titoli di stato che equivale a comprare sale nel deserto e in cambio ci chiede una manovra che faccia fare una secca inversione di marcia al paese lasciando intravedere una lucina per il futuro.
Abbiamo un numero folle di piccole imprese sul lastrico e altrettante imprese enormi che sguazzano nei soldi nascosti sotto qualche materasso elvetico o panamense. Operai che non sanno come spiegare alle proprie famiglie perché presto non ci si potrà permettere nemmeno il poco che ci si concedeva fin'ora.

E il governo?

Forse qualcuno, arcistufo delle italianate, delle troie di B., delle mafiate in alto, in basso, a destra, a sinistra, ecc... si è dimenticato che il governo dovrebbe essere la massima espressione del potere democratico, ed il parlamento la sua arena dove confrontarsi col popolo. Si dev'essere dimenticato anche che con metà dei soldi che vengono evasi ogni anno ci si pagherebbe finanziaria, contro-finanziaria, settebello e primiera; ma chiaramente se il governo non fa da cane da guardia questi soldi non torneranno mai DI TUTTI.
Il governo dovrebbe essere la prua della nave, non la cambusa piena di ratti fetenti. E invece? Invece da palazzo Chigi esce, ma poi non esce, poi esce e non riesce una finanziaria lacrime e sangue (come piace definirla) che non rende felice nessuno. Il governo si spacca, l'opposizione s'incazza, gli industriali torcono il naso e il popolo... il popolo se lo prende in quel posto.
Si perché, come si diceva prima, la Bce non voleva che l'Italia facesse una cosa simile, non chiedeva di tassare ancora i cittadini e lasciare invariato tutto il marcio del paese, casomai il contrario!
Ma quello che è pazzesco è che stiamo ancora parlando di cosa HA FATTO il governo (nel male o nel male), parliamo ora delle buffonate che tanto divertono i corrispondenti esteri nel nostro paese e che ci hanno resi famosi in tutto il mondo in quanto a ridicolaggine. Parliamo ad esempio del secondo partito di coalizione, la Lega. Quando si parla di Lega le buffonate non si contano, ma in questo periodo è riuscita a perdere consensi anche nel suo zoccolo più duro di elettorato. E' da quando si è aggravata la situazione (aggravata per i media dato che è sempre stata così) che Bossi&Co. minacciano. Ma minacciano chi? Il governo! Cioè loro stessi!
E' difficilissimo dire se siano più patetici loro o Napolitano e il suo bombardamento di moniti inalscoltati.
Bossi si vanta, davanti alle solite squallide platee padane, di tenere Berlusconi per le palle, di fare ciò che vuole, di qua e di la... e poi la situazione è ridicolmente immobile come al "primo ultimatum".
Prima a Pontida delude l'agglomerato barbaro accampato davanti al palco che, quasi ne capissero più di lui, chiedevano che il governo cadesse sul serio. Poi, recentemente, spara alzo zero su Brunetta (con cui, ricordiamolo, è alleato) e propio dalla città natale del nano invoca un fantomatico referendum sulla Padania (forse oltre all'uso della parola ha perso anche la capacità di calcolo il buon Umberto) e si fa un altro sorso di acqua del Po mentre centinaia di persone protestano e vengono manganellate dalla celere che, come sempre, picchia dove vede rosso e non si rende conto di essere sulla loro stessa barca.
Stesse manganellate anche a Roma dove però interviene anche un ex-ministro, Ronchi, che nella sua ammirevole diplomazia da lord inglese invita i manifestanti fuori Montecitorio a vergognarsi definendoli "cialtroni di merda", che uomo! Che verve!
Chiudiamo questo rapido sorvolo su quest'ultimo periodo di buffonaggine italiana invitando tutti il 15 ottobre a Roma per la grande, speriamo definitiva, manifestazione nazionale. L'evento è importante perché nasce soprattutto dal basso e promette di essere molto partecipato. Speriamo (anche se è una vana speranza) che non succeda nulla di grave perché da quel che possiamo testimoniare noi, molte, moltissime persone non scendono più in piazza per esprimere una loro idea ma semplicemente per sfogare rabbia e frustrazione indotte da questa classe politica che affanna e annega l'Italia da tanto, TROPPO tempo.


Fabrizio Ruffini

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