domenica 18 aprile 2010

Pirateria, vittoria dei provider: "Non c'è obbligo di denuncia"





SOLO l'autorità giudiziaria può obbligare i provider a comunicare i nomi degli utenti che scaricano file pirata, a bloccare siti e servizi che causano gli illeciti. È con questo motivo che il Tribunale civile di Roma, con una sentenza pubblicata oggi, ha rigettato la sostanza delle richieste di Fapav a Telecom Italia.

È una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di migliaia di utenti nelle scorse settimane. Fapav (Federazione anti pirateria audiovisiva) aveva infatti chiesto al Tribunale civile di Roma di imporre a Telecom Italia alcune misure straordinarie: denunciare alle autorità giudiziarie i propri utenti colpevoli di pirateria e bloccare l'accesso ad alcuni siti collegati in modo più o meno diretto al peer to peer (tra cui Italianshare, ItalianSubs, Vedogratis, Youandus, Italianstreaming, 1337x, Dduniverse, Angelmule, Italiafilm, Ilcorsaronero).

Il caso era stato avviato dopo le indagini compiute da Fapav attraverso un'azienda specializzata, la CoPeerRight Agency. Con tecniche investigative su internet aveva scoperto che "centinaia di migliaia" di utenti Telecom (si legge nella denuncia) avevano fatto 2,5 milioni di download pirata di nove titoli di film. Fapav ha potuto scoprire così solo l'indirizzo Ip, ma non i nomi degli utenti.

La brutta notizia per Fapav ora è che non potrà usare la via più breve per farsi giustizia. Il giudice infatti ha stabilito che non può chiedere a Telecom di rivelare i nomi degli utenti e di denunciarli all'attività giudiziaria. Telecom non può e non deve inoltre bloccare l'accesso a quei siti. Il motivo di fondo è che non è responsabile delle attività pirata degli utenti.


Il giudice così recupera la nota norma europea del codice delle comunicazioni elettroniche, secondo cui gli intermediari (in questo caso, dei provider internet) non sono responsabili di quello che fanno i propri utenti. Telecom addirittura, secondo la sentenza, non è obbligata nemmeno a informare gli utenti, cioè ad avvisarli che stanno commettendo illeciti e a persuaderli di smettere. Sono infatti tutti provvedimenti "da ritenere di competenza dell'autorità giudiziaria investita dell'accertamento delle violazioni", scrive il giudice. Insomma, l'industria del copyright deve seguire la via classica, niente scorciatoie: denunciare il fatto alle autorità giudiziarie, a cui spetta poi il compito di ottenere dal provider i nomi degli utenti e di oscurare i siti sospettati di favorire la pirateria.

Su un solo aspetto il giudice accoglie il ricorso di Fapav: ha stabilito che Telecom deve girare all'autorità giudiziaria le segnalazioni che vengono dai detentori di copyright, riguardo a presunte attività illecite sulla rete dell'operatore. "È solo un obbligo formale, senza reali implicazioni pratiche. Nella sostanza, vittoria su tutta la linea", dicono da Telecom Italia.

Fonte: Repubblica.it

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