venerdì 12 marzo 2010

L'assalto all'EXPO 2015


Quando ci si trova all’inaugurazione di un grande edificio pubblico, di un monumento o di un nuovo supermercato, ciò che resta più impresso nella mente sono la gioia collettiva, la perfezione dell’organizzazione e la festa che accompagna l’evento. Difficilmente ci si ferma a pensare a cosa ci sia stato dietro quell’apertura, chi ci abbia messo i soldi e come verranno divisi i guadagni.

Questa tecnica del far vedere sempre e solo il lato positivo di un’opera è una delle più grandi specialità di Berlusconi; esempio lampante è il ponte sullo stretto di Messina o, più recentemente, l’EXPO 2015 che si terrà a Milano.

E’ di oggi la notizia che il Premier, quasi come una sorta di presa per i fondelli di chi, questa mattina, era in piazza a manifestare per il proprio posto di lavoro o per le condizioni in cui versa la scuola pubblica, ha annunciato di aver trovato i fondi per finanziare l’EXPO e che i lavori potranno quindi cominciare senza intoppi. Notizia tanto bella quanto superficiale.

Molti ignorano che dietro agli appalti per la costruzione della grande esposizione universale sia in atto una bagarre politico/economica non di poco contro tra gli stessi partiti di maggioranza e l’elite imprenditoriale milanese.

Ancor più grave è che, oltre agli scontri fra soggetti legali, si inserisce anche un terzo personaggio pronto a dare battaglia per godere il più possibile del lauto banchetto imbandito per questo megacantiere: la Mafia.

In particolare i gruppi più attivi nel milanese sono riconducibili alla ‘ndrangheta, che in quella zona ha da oltre trent’anni lo zampino in quasi tutti i cantieri più importanti, come emerso dalle decine d’indagini svolte negli anni, tra cui quella riguardante l’autostrada Milano-Brescia e i lavori di costruzione della linea ferroviaria veloce (TAV).

Sull’infiltrazione mafiosa nel cantiere dell’ EXPO milanese è stata aperta anche un’inchiesta conclusasi prematuramente per una fuga di notizie che non ha reso possibile la continuazione delle indagini; rimane ora da vedere se i soldi promessi oggi da Berlusconi ci sono veramente o no, e se la magistratura potrà intervenire nuovamente per supervisionare gli appalti milionari e la chiara e corretta prosecuzione dei lavori.

Fabrizio Ruffini

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